Scrittori di classe by Renzo Paris

Scrittori di classe by Renzo Paris

autore:Renzo Paris [Paris, Renzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Criticism, General
ISBN: 9788823003088
Google: dMoeAQAAIAAJ
editore: Futura
pubblicato: 1997-05-14T22:00:00+00:00


Eroi e fabbriche

Nell’ormai nota tripartizione a proposito del romanzo popolare, al terzo periodo appartengono i romanzi con al centro gli eroi antisociali.

Terzo periodo, o neo-eroico: inizia ai primi del Novecento e vede in scena eroi antisociali, esseri eccezionali che non vendicano più gli oppressi ma perseguono un loro piano egoistico di potere: sono Arsenio Lupin e Fantomas39.

Per quanto riguarda l’Italia questo periodo non è poi così facilmente schematizzabile. Prendiamo ad esempio due romanzi di due donne, La fabbrica40 di Bruno Sperani, pseudonimo di Beatrice Speraz e L’eroe della folla41 di Leda Rafanelli. Già dai titoli sembra di essere immersi nell’atmosfera primonovecentesca, tra eroi nietzschiani, fabbriconi, in piena civiltà industriale, fuori una volta per sempre dalle campagne arcaiche e sempre troppo piene del miele della nostalgia conservatrice di tanta narrativa italiana. Eppure bisogna distinguere. I personaggi de La fabbrica sono una intera folla di operai e muratori che non ha nulla di antisociale. Spicca tra essi Francesco Bitossi, muratore socialista che è stato in prigione per aver picchiato una guardia durante uno sciopero e Luisa Terragni, la Luisina, madre di un bambino al brefotrofio, il cui padre, il bel vinaio Zibardi, se la gode un mondo. Bitossi s’innamora di Luisa e viene ingaggiato da un capomastro senza scrupoli che vuole che faccia la spia quando gli operai decidono di fare lo sciopero.

Bitossi non si lascia corrompere. Ma la fabbrica, puntellata male, crolla e il protagonista muore sotto quelle macerie. Per vendicarsi della morte del suo amore Luisa vorrebbe uccidere il capomastro, ma non ci riesce. Mentre le riesce invece di uccidere il bel vinaio padre del suo bambino. Il romanzo presenta continue illustrazioni che raffigurano i fatti più salienti, come in un vecchio feuilleton primo periodo. Bitossi ha spesso motivo di spiegare alla Luisina che i socialisti non sono violenti, non vogliono fare i martiri uccidendo un padrone qui e uno là. I veri socialisti insomma pensano con la ragione, sono una classe. Ed è certamente antinietzschiana e non antisociale questa funzione di agit-prop che in tal caso viene ad assumere la Speraz quando scrive:

Non basta essere i più. Bisogna intendersi; e per intendersi bisognava avere uno scopo generale. Ora questo scopo non può essere la vendetta personale di ciascuno; dev’essere il bene di tutta la classe. E a questo dobbiamo sacrificare anche i nostri risentimenti; la vita se occorre! Ricordati: il sangue che un povero lavoratore di città o di campagna versa deliberatamente, ricade su tutta la classe dei lavoratori… Noi dobbiamo far valere i nostri diritti con la ragione; vincere con la fermezza, con la calma possente. Poco a poco la nostra causa penetrerà nelle altre classi; tutti gli uomini intelligenti, forti, generosi, si legheranno a noi: si formerà un partito nuovo, immenso, il partito della giustizia, e arriverà l’ora della riscossa… che sarà forse terribile, ma più probabilmente senza martiri. I martiri siamo noi… questa generazione, un’altra forse… noi i battistrada, i pionieri; noi che abbiamo l’obbligo di lavorare, di soffrire, di combattere per quelli che verranno, se non per noi42.



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